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E stai seduto davanti al tuo computer e stai visionando il micro film del decesso del tuo paziente, quello stesso paziente che t’insegnò all’università ad essere un ottimo psicologo, è grazie a lui che sei ciò che sei e ti stai domandando da due ore buone cosa può essere mai successo al tuo brillante mentore per far sì che si riduca in quel modo… non riesci a trovare una risposta sensata e sotto, sotto non t’interessa trovarla, lui è morto e tu sei vivo è questo quello che conta… è già la quarantesima volta che vedi il tuo mentore che apre la bottiglia di detersivo per pavimenti e che beve con avidità dalla bottiglia… t’accorge che appena finita la sua bevanda alza la testa versoi la telecamera a circuito chiuso e sembra che ti saluti, riguardi il frammento varie volte e solo alla centesima volta t’accorgi che il tuo mentore ha detto qualcosa, un qualcosa diretta a te, un qualcosa che suona come:”Percorri la mia strada” o una cosa molto similare a questo, riguardi il micro frammento svariate volte, troppe volte, le sue labbra si muovono e ormai sei convinto che abbia detto ciò che ha detto, chiudi il file della registrazione e spegni il computer… hai bisogno di risciacquarti la faccia a causa delle troppe ore passate davanti ad uno schermo, vai in bagno, ti bagni il volto e appena alzi la testa ti vedi nel grande specchio sopra il lavandino, c’è una nuova luce nei tuoi occhi, t’accorgi solo ora che non hai vissuto per niente la tua vita, che sei in una prigione creata dai tuoi preconcetti… non sei mai stato libero in vita tua e ti sembra arrivata l’ora di liberarti dalle tue catene… domani non sarai più un semplice primario di un manicomio, da domani incomincerai a vivere!