-0T3 terza parte (Tormento)-

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
n9p
00lunedì 14 giugno 2004 08:27
I



La nebbia novembrina ricopriva tutta la vasta area della capitale dell'impero britannico, Hughes stava uscendo dalla sua solita fumeria d'oppio quando una minuscola bambina scalza che con la mano sporca chiedeva una piccola offerta per sopravvivere in quell'enorme città che tanto l'odiava, Hughes frugò nervosamente nella tasca dell'impermeabile nero notte ma non trovò nulla, riprovò nelle altre tasche del completo e finalmente dopo una "lunga" ricerca trovò qualche moneta d'argento e le diede disinvoltamente alla minuscola bimba che lo ringraziò e gli auguro tutto il bene del mondo terreno e non, Hughes si alzò il bavero dell'impermeabile e una piccola parte dei gemelli d'oro si illuminò sotto la luce dei lampioni sui gemelli era inciso un compasso aperto, Hughes s'infilò i guanti di seta e si diresse deciso verso la sua casa... purtroppo abitava alquanto lontano dalla fumeria d'oppio e come se non bastasse incominciò a nevicare, Hughes per uno strano e malsano (visto il tipico tempo di Londra) motivo odiava i cappelli e quindi in breve tempo si ritrovò sui capelli neri corvino una sottile patina bianca...i fiocchi cadevano copiosamente e la città si trovò in breve tempo avvolta in un’atmosfera silenziosa e quasi ovattata, coperta da una candida e luccicante coltre di neve; Hughes senza capirne il motivo ripensò intensamente alla minuscola bambina che poco prima lo aveva fermato, sul suo viso si disegnò un'espressione riflessiva, chi sa cosa stava facendo in questo momento? Avrà trovato riparo, un focolare dove scaldarsi in una giornata così fredda o ancora girovagava per le vie ormai innevate? Nessun mendicante provocò un tale sentimento in Hughes e anche a rifletterci sopra non se ne capacitava, Londra era stracolma di mendicanti... allora perché proprio quella bambina non voleva andarsene dalla sua testa? Dopo una mezz'ora buona di cammino Hughes arrivò davanti alla porta della sua casa, la cameriera (che stava ventiquattro ore su ventiquattro alla porta a spiare i passanti) gli aprì la porta e con un breve inchino lo salutò, lo aiutò a togliersi l'ormai pesante impermeabile che era stracolmo di neve, Hughes senza rivolgere la ben che minima parola alla sua cameriera si diresse con passo deciso verso le sue stanze, dopo la breve rampa di scale finalmente entrò nella sua camera da letto e si afflosciò placidamente sulla sua poltrona ricoperta con un stoffa che riproduceva un disegno asiatico... anche seduto su quel trono era tutto l'inverso del rilassamento si alzo di scatto e dopo aver percorso in lungo e in largo per innumerevoli volte piccola stanza decise di versarsi un'abbondante bicchiere di Brandy, col bicchiere in mano si riaccomodò sulla poltrona e diresse lo sguardo verso la finestra che dava sulla strada, rimase in quella posizione a bere Brandy fino a quando il sonno lo colse all'improvviso.
Il campo di lillà era immenso sotto i piedi scalzi di Hughes il quale era completamente nudo a parte la piccola tunica bianca che copriva a malapena le sue nudità, si guardò curiosamente attorno ma non vide niente di famigliare, il campo si estendeva per tutto lo spettro visivo di Hughes e non c'era altro che lillà, lillà e basta... Hughes decise di incamminarsi verso il suo orizzonte, i piedi incominciarono a fargli male e piccole ma profonde ferite si aprirono ma Hughes senza saperne il motivo logico non voleva assolutamente fermarsi dal camminare, dopo aver camminato per circa mezz’ora davanti ai suoi occhi comparve un'enorme pino, Hughes guardò in alto tra i rami dell'enorme albero... e senti una sottile voce come un venticello primaverile, la voce ripeteva ossessivamente le parole della bimba... "Cosa vuoi da me?" la voce continuava imperterrita e più Hughes faceva domande più la voce continuava con quella cantilena sempre più velocemente; la minuscola bimba apparve da dietro il tronco dell'albero stava sorridendo e indicava qualcosa con la piccola mano alle spalle di Hughes... aveva paura a voltarsi, la bambina che si parava davanti a lui lo aveva tormentato per buona parte di una sera e sapeva che se si fosse voltato la bambina sarebbe sparita per sempre ma non poteva non ubbidirle e si voltò attentamente verso ciò che per lui era il sud di quell'enorme campo di lillà.
Un ombra si stava aggirando per le vie troppo fumose di Loncdra, una bambina solitaria dai capelli color del grano stava anche lei girovagando per le vie in cerca di un posto al caldo per far riposare il suo corpo già troppo affaticato per la sua tenera età... i lampioni in questo quartiere lanciavano solamente una tenua ombra color blu sulle vie... l'oscurità o semi-oscurità regnava sovrana in tutto il quartiere; l'uomo si mise in ordine il lungo cappello che li copriva gran parte della testa, s'alzo il bavero dell'impermeabile e s'avvicinò lentamente alla bambina...
"Hai mai mangiato dei mirtilli piccina?"
"No signore..."
"Li vorresti mangiare?"
"Certamente signore..."
L'uomo estrasse da una tasca interna del suo impermeabile un fazzoletto di seta, lo aprì e ofrì il suo contenuto alla bambina.
"Posso davvero signore?"
"Certamente bambina... non fare complimenti!"
"Grazie mille signore e che dio la benedica!"
La bambina mangiò di gusto i pochi mirtilli contenuti nel fazzoletto e dopo pochi secondi dalla fine del "lauto" e prezioso banchetto s'accasciò a terra senza vita, l'uomo estrasse un lungo stiletto e incominciò a tagliuzzare il corpo senza vita della bambina, l'operato non era di un professionista e dopo più di mezz'ora aveva finito, si pulì le mani nel fazzoletto che precedentemente conteneva i mirtilli, si rimise parzialmente in ordine e salì sulla sua carozza che lo stava aspettando ad un centinaio di metri dalla scena dell'efferato omicidio, l'uomo salì lentamente sulla carozza e diede ordine al cocchiere di portarlo in un'altra via abitata per la maggior parte da prostitute, con un sonorio battere di frusta la carozza incominciò a partire e velocemente nella nebbia corse per le vie fumose di Londra.
Il panorama alle spalle di Hughes era completamente cambiato, il cielo aveva preso il tipico colore che preanuncia tempesta, il vento incominciò ad alzarsi sempre più potente e Hughes senza capirne il motivo chiese aiuto alla minuscola bambina che non rispose ma sorrise beatamente, il vento si era trasformato in una tempesta e in un batter di ciglia Hughes stava volando in cielo in balia del vento e della pioggia, la bambina sembrava che non sentisse minimamente ne il vento ne la tempesta e Hughes continuava a chiamare il suo aiuto... sentiva il vento misto a pioggia che li schiaffeggiva la faccia, sentiva dolore stranamente il male era insoportabile anche se quella non era la prima volta che sulla sua faccia si abbatevano gli elementi, anche quella sera stessa aveva provato sul suo viso la stessa sensazione... la bambina sorrideva e indicava con la piccola mano Hughes, nessuna delle sue preghiere scalfì l'imperturbabile viso della bambina che incominciava (con il suo sorrisino malefico) a dar molto fastidio a Hughes, la offese, la calunio... colpì i suoi genitori ma la bambina impassibile non disse nulla, sorrideva e basta, tutto di un tratto la tempesta finì e Hughes si ritrovò nuovamente ai piedi dell'albero in compagnia della bambina, la salutò e mentre stava avvicinando le labra alla sua testa...
Trovare una prostituta in quelle vie oscurate dalla notte non fu affatto difficile, infatti l'uomo ne trovò quasi subito una di suo gradimento... l'archetipo della donna irlandese, rossa di capelli, occhi verdi, lentigini sulla faccia e un grosso e prosperoso seno.
"Quanto vuole per una sera?"
"Una corona d'argento!"
"Ottimo... prego salga!"
La prostituta salì sulla lussuosa carozza e pensò com'era posssibile che un'uomo con una carozza simile potesse andare a prostitute e non avere una moglie dolce e bella a casa, ma non perse sicuramente il sonno visto che quello era il suo lavoro e non di certo domandarsi il perchè e il per come.
"Scusi la domanda... ma come si chima?"
"Lucy... lei sir?"
"Vorrei non dirlo, sono una persona famosa e non vorrei che nascesse uno scandalo."
"Non c'è problema sir... l'importante è che paghi per il resto non conta molto per me!"
La carozza sfrecciava nelle vie sobbalzando da una parte all'altra disturbando notevolemnte il lussuruoso operato dell'uomo, la carozza si fermò ad un ordine dell'uomo.
"Lucy io avrei finito, tenga le sue tre corone d'argento!"
"Grazie mille sir, lei è un sant'uomo!"
"Non direi Lucy, adesso vai, non vorrei che qualche cliente s'arrabiasse con te!"
Lucy scese dalla carozza e salutò con la mano infreddolita l'uomo che ricambiò il saluto, batte quattro volte su una parete della carozza che ripartì veloce.
Il bicchiere di Brandy si era quasi completamente svuotato sul tappeto vermiglio e sulla veste da camera di Hughes, gli occhi si spalancarono stupiti, era mattina e la neve ricopriva quasi interamente la larga via dove era situata la sua casa, tutto il panorama sembrava candido e puro in quella giornata novembrina, Hughes era ancora vestito e visibilmente scosso per via del sogno che poc'anzi aveva avuto, quella bambina era riuscita ad entrare perfino nei suoi sogni, un suono sordo fece sfuggire momentaneamente i suoi pensieri.
"Sir è sveglio?"
"Entra pure!"
L'inserviente con un grosso vassoio d'argento entrò nella sua camera, appoggiò il vistoso vassoio su di un tavolino e facendo un impercettibile inchino si congedò, Hughes prese la tazzina contenente il thè e incominciò a sorseggiarlo a brevi e piccoli sorsi tornando ai suoi pensieri, doveva sapere tutto su quella bambina era inconcepibile per lui che una tale "ossesione" lo potesse colpire lasciandolo con l'amaro in bocca.
La mattina era glacilae, l'uomo stava tornando verso la sua casa quando uno strillone da strada colpì la sua attenzione, comunicò al suo cocchiere di fermarsi, eseguì l'ordine, l'uomo scese dalla carozza e s'avvicino al ragazzino sui quatordici anni.
"Un giornale grazie!"
"Prego Sir..."
Lo strillone diede il giornale e prese il compenso, sulla prima pagina era scritto enormemente la prima vittima di Jack lo squartatore, l'uomo pensò che era riferito a lui ma non era così, infatti quando lesse l'articolo s'irritò assai, la sua vittima non era neanche apparsa su un minuscolo trafiletto... non che lui avesse compiuto l'immorale gesto per apparire sui giornale ma non capì perchè mettere in prima pagina un omicida che squartava le prostitute e non lui che uccideva i bambini, calcolò che il suo gesto era molto più effereta del suo... le prostitute erano la feccia della sociertà ma i bambini erano la speranza... prese il giornale lo accartocciò e lo buttò fuori dal finestrino colpendo una coppia di uomini che passeggiavano ondulatamente per la via.
Brai e Bred stavano cercando di farsi passare la sbronza della sera precedente quando venirono colpiti in pieno viso da un giornale accartocciato.
"Bred hai visto?"
"Cosa Brai?"
"Il giornale che ci ha colpito? Bred"
"Lo sentito ma non visto, cera scritto qualcosa d'interessante? Brai"
"Non lo non l'ho letto! Bred"
"Sei un'inalfabeto! Brai"
"Non è colpa mia se mia madre pace all'anima sua non aveva i soldi per mandarmi a scuola Bred!"
"Poteva fartela da te una cultura Brai!"
"Non è così facile quando devi sbarcare il lunario Bred!"
"Sei il solito irlandese stupido Brai!"
"Non è vero! Per lo meno non sono Scozzese come te Bred!"
"Hai qualcosa contro gli scozzesi Brai?"
"Io niente, ma si sa che s'inculano le pecore Bred!"
"Io non l'ho mai fatto e me ne guardo bene dal farlo Brai!"
"Comunque sia sei un'ottima spugna Bred!"
"Anche tu Brai!"
"Ti voglio bene Bred!"
"Anch'io Brai!"
La coppia dei due uomini continuarono a camminare cercando in tutti i modi di coprirsi dal freddo e dalla neve che non cessava di scendere, ormai la visibilità tra la nebbia e la neve era pressochè pari a zero, Hughes stava alla finestra in vestaglia, decise di scrivere un breve telegramma ad una delle sue tantissime conoscenze con la preghiera di scoprire qualcosa sulla bambina, erano già le undici quando Hughes incominciò a preparare l'assenzio nel suo bicchiereno comprato in India proprio per questo tipo di lavoro, in fin dei conti se lo poteva permettere, non era da tutti permettersi di essere l'unico figlio maschio ereditario della fortuna economica di una delle più ricche famiglie d'Inghilterra, il colore del liquido stava tendendo verso il verde fosforescente, Hughes finì l'operato di miscelamento e incominciò a trangugiare con ampie sorsate il liquido... si distese sul suo letto e chiamò la sua inserviente.
"Ha chiamato Sir?"
"Certo... prendi la busta che è sul mio tavolo e valla a spedire..."
"Subito Sir!"
L'inserviente obbedì agli ordini e uscì dalla stanza lasciando Hughes hai fumi dell'assenzio.
L'inserviente scese le scale sbuffando e facendo il verso del suo padrone, in un certo senso provava solamente odio per lui, era da quando era piccolo Hughes che era l'inserviente della sua famiglia, li aveva fatto da baglia per anni ed ora che il suo "padrone" aveva scoperto le droghe la trattava come una schiva; arrivò in cuccina dove trovò il cuoco intento a spennare una grossa gallina.
"Come stà il padrone?"
"E' preso dal suo passatempo preferito e mi ha ordinato di spedirli questa lettera!"
"E tu fallo!"
"Ma scusa ieri sera è tronato a casa, si è ritirato nelle sue stanze e dopo qualche minuto e nuovamente uscito per poi tornare stamattina all'alba e riaddormentarsi, non poteva spedirsela lui questa maledetta lettera!"
"Non fare così sai che il padrone ti vuole bene!"
"Balle, il padrone non vuole bene a nessuno, preferisce la compagnia di puttane e droghe!"
"Non dire così!"
"E invece lo dico, pensando che ho buttato via la mia giovinezza per lui!"
"Hai sentito che hanno trovato una prostituta squartata?"
"Non mi stupirei che fosse proprio il nostro padrone ad aver comesso questo crimine!"
"Non è abbastanza uomo per commeter crimini!"
La discussione continuò a lungo sulla gallina e su cosa avrebbe preparato per pranzo il cuoco, l'inserviente uscì a mezzogiorno per spedire la lettera di Hughes e ritornò subito dopo aver bevuto un goccetto in un pub malfamato a casa a sentire le lamentele del cuoco e i deliri di Hughes.
Uno dei tanti figli della regina Vittoria non aveva dormito a palazzo quella sera, tutte le guardie e gli inserviente erano agitati, tutti sapevano che aveva il vizio di andare a prostitute e a farsi intrattenere da giovani maschi, era malato di tisi ma questo non fece in modo di scoraggiare il principe anzi da quando seppe della sua malattia aumentò le sue visite ai bordelli e incominciò a fumare oppio, naturalemnte la regina non era d'accordo con il suo comportamento ma tutte le sue suppliche non trovarono ascolto dal principe che continuava a ribattere con questa frase:-Tanto dovrò morire chi se ne frega!- la regina ormai nona veva più lacrime da piangere, il principe malato era per di più il suo figlio prediletto e vederlo in quelle condizioni di autodistruzzione faceva in modo che il suo cuore si stringeva ogni volta che usciva e che non tornava, capitava sempre più di frequente che il principe uscisse nel pomeriggio e rientrava solamente due giorni dopo completamente ubriaco e puieno di escoriazioni su tutto il corpo... la regina non poteva permettere questo scempio e quella mattina convocò nelle sue stanze il figlio.
La minuscola bambina stava ancora dormendo nel dormitorio allestito e gestito da preti, nella sua piccola branddina poteva sentire il freddo fino alle ossa, si sveglio che tremava, aveva avuto uno strano sogno e se lo ricordava a pezzi, un'enorme albero e un uomo... questo era tutto ciò che si ricordava del sogno, si alzò e si appoggio con la schiena al cuscino della branda, aprì il medaglione che portava al collo e osservò con le lacrime agli occhi il ritratto della madre, quel medaglione era l'unico ricordo tangibile della defunta madre morta di assideramento qualche anno prima e da quel giorno la piccola bambina rimase completamente sola, il padre non l'aveva mai conosciuto ma a sentir la madre era un bell'uomo di classe, molto ricco e potente... la bambina rimise il medaglione sotto la decrepita magliettina e si diresse alla mensa... anche quel giorno doveva andare in giro per Londra a chiedere la carità per sopravivere a quella vita fatta di stenti.





II



Il comissario Jones la mattina non era l'uomo più trattabile del mondo, calcolando poi che la notte appena trascorsa si era conclusa con due omicidi efferati non poteva non peggiorare il suo già pessimo carattere.
"Cosa abbiamo allora?"
"Due omicidi, una battona e una bambina!"
"Il modus operandi è lo stesso o cambia!"
"Cambia tra le due vittime e dall'autopsia si può dedurre che siano stati comessi all'incirca nella stessa ora... tra mezzanotte e l'una di notte!"
"Ci mancava solamente questa per incominciare male la mattina!"
Il comissario si accese una sigaretta e lesse con poca curiosità i due rapporti redati dai Bobby che avevano trovato i due corpi, era tutto diverso ma perchè prendersela con un'orfanella e una battona? Erano solamente le sette di mattina e il comissario e il suo "vice" andarono al pub poco distante da Scotland Yard a bere qualcosa.
"Una birra scura e una chiara grazie!"
"Cosa ne pensi dei due omicidi?"
"Ci puoi giurare le palle che ce li affideranno a noi... e non ne ho voglia!"
"E' il nostro lavoro!"
I due bevettero lentamente le birre, il solo pensiero di ritornare in centrale li faceva venire il voltastomaco ma dovevano andare a tutti i costi, dovevano parlare con il medico legale, fare sopraluoghi delle scene degli omicidi, redare rapporti e chiamare un'investigatore che avrebbe avuto il compito di cercare prove e possibilmente il criminale e sinceramente a pensare a questa miriade di cose da fare la voglia scompariva ma era il loro lavoro e dovevano farlo!
Veniva considerato da tutti il più stupido investigatore di tutta Scotland Yard e ogni caso impossibile veniva sistematicamente assegnato a lui, l'investigatore Mc Clarry d'origine scozzese era questo fantomatico investigatore, la sua prima missione sul campo fu lo scoprire se effettivamente c'erano dei coccodrilli in un convento/orfanotrofio fuori londra... un caso facile per chiunque ma non per Mc Clarry che affermò con un dettagliatissimo rapporto che i coccodrilli effettivamente vivevano nelle fogne maleodoranti del convento/orfanotrofio, passò quasi tre giorni in quelle fogne e tutta Scotland Yard rideva alle sue spalle, Jones bussò tre volte alla porta dell'ufficio di Mc Clarry prima che il suddetto venne ad aprire.
"Investigatore Mc Clarry, abbiamo un caso da assegnarti?"
"Di cosa si tratta? Rapimenti di bambini negri? Indiani che volano? Coccodrilli che fumano oppio?"
"Niente di tutto questo, avrai sentito parlare dei due ommicidi avvenuti questa notte, la battona e la bambina vero?"
"Sinceramente no, non leggo i giornali"
Jones fece una smorfia mista al disgusto e continuò a parlare.
"Va bene, comunque i due casi o il caso sono tuoi, tra mezz'ora ci sarà l'autopsia dei due corpi e tu ci dovrai essere!"
"Va bene, finisco questo rapporto e vado subito!"
Jones uscì da quello strambo ufficio e si diresse verso il suo vice.
"Ci siamo tolti la patata bollente dalle mani, adesso dobbiamo aspettare che Mc Clarry faccia una figura da idiota davanti a tutti e prenderci il merito successivamente!"
I due polizziotti si rintanarono nei loro uffici a raccogliere le poche informazioni sui due omiccidi per consegnarliele a Mc Clarry, fuori kla neve continuava a scendere copiosamente... era più di tredici ore che stava nevicando...
Considerando la stanchezza della sera prima Mc Clarry non era proprio a suo agio nell'obitorio di Scotlan Yard, i due corpi erano deposti obliquamente l'uno all'altro su dei tavoli di freddo ferro, Mc Clarry s'avvicino alla prostituta e un conato di vomito raggiunse la sua bocca, era stata completamente sventrata, l'omicida aveva asportato gran parte degli organi interni tramite un lungo e profondo taglio che partiva appena sotto il collo e arrivava nelle prossimità del pube, il corpo si stava leggermente goffinado, Mc Clarry si mise un fazzolettino sulla bocca e si riavvicino nuovamente, le unghie erano curate bene (una cosa strana per il lavoro che faceva), tra le mani teneva stretto un pezzetto di grappolo d'uva Mc Clarry ci mise una decina di minuti per liberare il piccolo legnetto dalla mano ormai in rigor mortis della donna, prese il pezzetto di legno e se lo mise in tasca... adesso doveva vedere la bambina... alla prima occhiata si accorse subito che l'omicida non era lo stesso, a differenza della prostituta la bambina era stata semplicemente sgozzata e così su due piedi senza saperne nulla di medicina appurò che il taglio inferto alla gola della bambina era grossolano, infatti notò il tremore quasi impercettibile della lama, non aveva tagliato la gola con la fermezza di un chirurgo ma teoricamente di un maccelaio, l'omicida non era lo stesso; Mc Clarry uscì dall'obitorio e si diresse nel suo ufficio per redare il rapporto da dare ai suoi superiori, il lavoro complessivo durò all'incirca un'oretta (tra la visita all'obitoria e la scrittura del rapporto), Mc Clarry uscì subito dopo aver consegnato il fascicolo, la neve strava ancora scendendo copiosa dal cielo, si diresse verso casa sua assorto nei suoi pensieri.



"III"



"Come stai caro Oscar?"
"Non me ne parlare... ho troppe persone intorno a me e come tu ben saprai non è proprio il massimo della vita avere donne e donne intorno che vogliono solamente sposarsi..."
"E suppongo che il pensiero non sfiora neanche l'anticamera del tuo cervello!"
"Essatamente così... non voglio pensarci... -Mi crogiolo tranquillamente nella mia libertà-"
"E' arrivata l'ora del thè... è meglio se lo faccio preparare..."
Hughes chiam ad alta voce la cameriera e da ordine di preparare il thè.
"Non c'è problema per questo... non devi preoccuparti, suppongo che tu non mi abbia chiamato per farmi sorseggiare il tuo favoloso thè indiano o sbaglio?"
"In effetti non è per farti bere il mio thè che ti ho chiamto..."
"Allora per cosa?"
"Per un mio sogno..."
"Un tuo sogno... ed io cosa c'entro con il tuo sogno... non mi avrai sognato spero!"
"Non tu... ma visto che sei il più potente medium del mondo tu puoi farmi capire perchè ho fatto questo sogno e darmi degli ottimi consigli sul da farsi!"
L'inserviente entra bussa alla porta delle stanze di Hughes e successivamente netra portandosi dietro un vassoio d'argente con sopra una teira, due tazzine e una micro cabaret di pasticcini da thè, appoggiando il tutto sul basso tavolino di mogano esce salutando con un breve inchino hughes ed il suo ospite.
"Racconta allora questo sogno... sei riuscito ad incuriosirmi!"
"Allora... ero vestito da greco in un prato enorme, c'era una bambina che avevo visto la sera stessa uscendo dal locale di Feng..."
"Quante volte ti ho detto di non andare a fumare oppio?"
"Tante... ma questo non c'entra con il sogno!"
"..."
"C'era questa bambina bionda ed un'albero enorme, la bambina rideva di gusto e ad un certo punto mi ha indicato qualcosa dietro di me... mi sono voltato ed una potentissima tempesta mi ha colpito in pieno corpo, sono volato in cielo urlando l'aiuto della bambina che naturalemnte non mi ha aiutato... questo è quanto, cosa ne pensi?"
"Ti dirò, non è un semplice caso di ricordo impresso nella memoria il tuo visto che la bambina molto probabilmente non la conoscevi, quindi è qualcos'altro... ma sinceramente non saprei che teoria formulare!"
"Oscar... sei la mia ultima carta... questa bambina mi è entrata nel cervello e non ne capisco il perchè... la mia mente è assalita da domande a cui non so dare risposta..."
"Posso farti uan domanda abbastanza discreta?"
"Certamente..."
"Sai qualcosa della bambina trovata uccisa ieri notte?"
"Ho sentito qualcosa, ma non ne sò niente!"
"Ottimo... lo sapevo che avresti risposto così... comunque dammi qualche giorno per formulare un'ipotesi e mi farò sentire io, quindi non allarmarti per nulla..."
"Grazie Oscar sei un vero amico... fai qualcosa stasera?"
"Formula un'ipotesi sul tuo sogno!"
"Peccato..."
"So dove volevi invitarmi ma come ben saprai io non fumo oppio e non vado con le prostitute... quindi mi sembra inutile e fuori luogo invitarmi in una delle tue "scorribande" serali..."
"Ho capito... ancora grazie..."
"A presto Hughes..."
Oscar uscì silenziosamente dalla stanza di Hughes, e uscì dal portone della sua casa salutando l'inserviente, Hughes fisso la carrozza che lentamente si allontanava... e decise che per quella sera sarebbe andato a fumare oppio e a prostitute. Si vistì elegantemente e alle nove di sera era giù sulla via innevata diretto verso il suo solito bordello.



"IV"



L'aria intorno si stava faccendo terribilmente gelida, pensando poi che appena uscito dall'obitorio tutto sembra più freddo di quello che è... il taccuino investigativo di Mc Clarry era pieno d'indizzi e di abbozzi di possibili colpevoli, aveva trovato delle tracce che potevano portare a molteplici strade, adesso toccava eliminare dopo attente investigazioni le piste fasulle da quelle più plausibili, indagare sulle persone plausibili e trovare un movente, successivamente beccare l'omicida con le mani nel sacco e arrestarlo, detta così sembra facile ma per Mc Clarry e per la sua reputazione di "investigatore stupido" non era affatto semplice, basti pensare che lui era un'uomo intuitivo e non molto logico, i pochi casi che aveva risolto si era basato sull'intuito e mai sulla logica... sul suo taccuino aveva scritto delle parole ambigue:"Ricco, possibile nobile, accesso a frutta introvabile a Londra in questa stagione", il campo si stava restriggendo ma Mc Clarry non sapeva ancora chi poteva essere ad aver ucciso la prostituta e la bambina, l'unica cosa che sapeva era che i due omicidi non era collegati tra loro... il cervello di Mc Clarry si stava inceppando e decise di andare a bere una pinta di whiskey al suo solito pub.
"Il solito Jack!"
"Subito investigatore?"
Il bicchiere arrivvò quasi subito, Mc Clarry stava studiando attentamente i suoi appunti pur sapendo che era tutto inutile più si sforzava e più i casi si complicavano, bevette di un sol fiato la sua bevanda alcolica e ne chiese un'altra... l'alcol nel suo caso riusciva a liberarli la mente da complesse supposizioni e labirintiche intuizioni... non poteva permettersi di fallire... l'altro bicchiere pieno arrivo e come per il primo Mc Clarry lo trangugiò golosamente... anche con due bicchiere di torci budella nel corpo non riuscì a raccapezzarsi sui casi e decise di uscire all'aria fredda di Londra.
Non seppe mai il motivo che lo spinse nella zona dei bordelli, quando la vide, una bambina che assomigliava in modo terribile al cadavere rinvenuto la mattina, chiedeva l'elemosina e Mc Clarry gliela diede.
"Scusa bambina... hai un posto dove andare questa sera?"
"No signore... dormo dove capita!"
"Ti andrebbe di venire a casa mia... non per scopi sessuali s'intende..."
"Signore non posso accetare tanta gentilezza..."
"Insisto"
La bambina non se lo fece ripetere più volte l'invito... era ormai calato il pomeriggio quando Mc Clarry aprì la porta della sua casa seguita dalla piccola bambina... la lavò accuratamente, la profumò e li diede una piccola vestaglia... e per più di un'ora la fissò attentamente cercando di trovare altri punti d'assomiglianza con il cadavere... e ne trovò... a parte la statura e i capelli la piccola bambina sembrava la coppia perfetta della bimba trovata morta la mattina.



“V”



La casa era desolata quella mattina, aveva disgraziatamente lasciato il giorno libero a tutti i suoi servitori, la sera prima a suo avviso era stata grandiosa, si masturbò per una ventina di minuti nel ricordo del suo gesto, del suo assassinio era riuscito a incominciare il cammino che lo avrebbe portato verso il ricordo mondiale del suo nome, scrisse una lettera al più importante giornale londinese accusandoli di non aver riportato come si competeva il suo gesto, “Una puttana vale di più di una bambina innocente?” aveva usato parole forti e scurrili le quali non s’addicevano alla sua vita ne tantomeno al suo modo normale di parlare, rimase rintanata nella sua casa per la maggior parte della mattina nel pomeriggio sarebbe dovuto andare a prendere un tè da un’importantissima nobile e non poteva assolutamente mancare, arrivò l’una del pomeriggio e incominciò a prepararsi, decise di mettere un giglio all’occhiello, alle quattro meno un’quarto uscì dalla sua casa e si diresse con passo svelto verso la casa della sua ospite.
Pensava e ripensava alla notte che si era appena conclusa e non poté non ridare sotto i baffi… aveva compiuto un gesto di pura e semplice arte, era un’artista e la cosa lo riempì d’orgoglio e di felicità… in fin dei conti una bambina in meno nelle strade di Londra era meglio di una in più.
Arrivò a destinazione dopo una decina di minuti di camminata tra la nebbia e il nevischio per terra, odiava la neve, i pantaloni si inzuppavano d’acqua sporca e i piedi era quasi perennemente freddi e bagnati, bussò alla porta e una giovane cameriera aprì, s’inchino, li prese il soprabito e lo condusse nella sala atta per prendere il tè…
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:54.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com